Dopo aver letto la proposta dell’Anica per la tutela dei lavoratori, la Categoria dei Generici trova sempre difficoltà per cercare di capire se è o sarà mai considerata parte integrante di un progetto televisivo o cinematografico.
In un momento cosi complicato, ci rendiamo tutti conto che non è affatto semplice poter riorganizzare un set nel rispetto del distanziamento sociale, ma la cosa insopportabile è notare che la categoria dei generici continua ad essere penalizzata perché considerata e trattata da sempre l’ultima ruota del carro.
L’Anica, nelle poche righe usate per parlare del “problema generici” al paragrafo 13, usa parole spicciole per sbolognare un argomento scottante, arrancando nell’affrontarlo seriamente.
E ancora una volta nel parlare fugacemente della categoria dei generici non si riesce a trovare null’altro che una frase che risuona sovente negli ultimi tempi e che specie in questo periodo di vera crisi è una manna dal cesso….. “Dovranno essere ridotti al minimo indispensabile”. Sta diventando una consolidata consuetudine tagliare le figurazioni per risparmiare e poi durante la scena, rendendosi conto che sono insufficienti, vengono utilizzate persone a portata di mano di qualsiasi reparto. Inaudito!!!
Su Roma.corriere.it parlando dell’ecosistema dello spettacolo da aiutare, troviamo tutte le figure, anche quella del catering, ma NON quella dei generici.
La causa di questo motivo è puramente storica e le ORECCHIE CHE NON ASCOLTANO hanno fatto sempre il possibile per bloccare la nascita di una categoria vera e propria!! La cosa incomprensibile è che nonostante nel tempo si stia cercando di colmare il divario equiparando C.C.N.L a quello della troupe, continuano a esserci divari di categoria.
Sarebbe il caso di riflettere su questo virus che non ha avuto timore di nessuno e ha trattato allo stesso modo tutti i ceti sociali e relative categorie di lavoratori.
Il nostro rammarico è che, mentre l’Agi si è prodigata per tutte le categorie di lavoratori, dall’altra parte per i generici si continua imperterriti a non tenerne conto, menzionandoli appena, quasi con fastidio. È giusto ricordare che in una scena, anche se i protagonisti sono Attori pagati profumatamente, se non ci fossero le figurazioni a creare la cornice del dipinto che in assenza risulterebbe asettico e insignificante. Sappiamo che non è il momento delle polemiche, ma è il tempo di non fare scelte scellerate perché penalizzerebbero tutto il lavoro che ruota proprio intorno ai generici, compresi costumisti, trucco, parrucco, autisti e gli addetti al lavoro di reperimento e convocazione.
Se una volta per tutte con l’impegno dei lavoratori e dei loro rappresentanti di tutti i reparti si mettesse fine a questa squallida discriminazione, si potrebbe dar vita, finalmente, ad una CATEGORIA di persone capaci, che agevolerebbe tutto ciò che viene fatto ogni santo giorno lavorativo che NOI compiamo insieme alla regia e a tutte le altre maestranze.
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